Vi ricordate quando vi ho parlato del Macte, il museo di Arte contemporanea di Termoli?
All’epoca vi dissi che dal 15 settembre 2021 al 16 gennaio 2022 si sarebbe tenuta una mostra dedicata alla fotografa “Lisetta Carmi“.
L’esposizione è curata da Luigi Fassi e Giovanni Battista Martini e racchiude le fotografie più importanti del Novecento. Ma prima di parlare della mostra, vediamo di conoscere questa straordinaria fotografa.
Chi è Lisetta Carmi?
Nasce a Genova nel 1924 in una famiglia borghese di origini ebraiche e a causa delle leggi razziali all’età di 14 anni è costretta ad abbandonare la scuola e a rifugiarsi in Svizzera.
Dopo la guerra, ritorna in Italia e si diploma al conservatorio di Milano per poi intaprendere la carriera da pianista.
Solo nel 1960 lascia la sua professione per avvicinarsi alla fotografia, trasformandola in professione, lavorando a Genova per il Teatro Duse.
E’ in questa città che ha quindi inizio la sua carriera da fotografa, accettando di tanto in tanto anche degli incarichi da parte del Comune di Genova, per il quale realizza dei reportage sulle diverse realtà e contraddizioni sociali di quell’epoca.
Il suo primo libro, Métropolitain, risale al 1965, realizzato dopo un soggiorno a Parigi e contenente una serie di scatti della capitale metropolitana francese.
La sua carriera da fotografa la porta a compiere numerosi viaggi, tra cui in Israele, in America Latina, in Afghanistan, Pakistan, Nepal e India.
Negli anni successivi Lisetta abbandona la fotografia e si dedica alla costruzione dell’ashram Bhole Baba, a Cisternino di Puglia dove ancora oggi vive, per diffondere gli insegnamenti del suo maestro spirituale Babaji.
“Babaji mi chiamò ad Herakhan dall’Italia pochi mesi prima di lasciare il corpo, stetti con Lui un mese divino.
Fu allora che mi disse di creare la Fondazione Bhole Baba e di esserne il Leader, e scrisse una lettera che Gora Devi tradusse in italiano dove c’era la firma (OM) di Babaji stesso.Dopo un anno e mezzo, avendo fatto tutto ciò che Babaji voleva e mi aveva ordinato con l’aiuto di Rup Chand e Prem Sing, ho dato le dimissioni da Presidente.
Dopo molti anni di numerose difficoltà, di duro lavoro e di lotte inspiegabili, la Fondazione Bhole Baba è stata riconosciuta come ente morale dallo Stato Italiano nel 1997.”
Lisetta Carmi (Janki Rani) dal sito Babaji in Italia
La mostra al Macte: “Lisetta Carmi. Voci allegre nel buio”.
La mostra è composta da centinaia di fotografie in bianco e nero realizzate tra il 1962 e il 1976 in Sardegna, un lavoro fino ad oggi inedito prodotto durante i suoi numerosi e ripetuti viaggi nell’isola.
Con queste foto, Lisetta entra in contatto con la Sardegna verso la fine degli anni ’50 per rappresentare la realtà, la quotidianità e i tratti comuni che caratterizzano il paesaggio del Sud Italia di quell’epoca.
La sua prima tappa è quella di Orgosolo dove incontra i bambini descritti nel libro di Maria Giacobbe e attraverso i suoi scatti racconta la dura vita quotidiana.
Questo suo lavoro si espande sempre di più, concentrandosi prevalentemente sulle persone, sui volti e sulla vita degli abitanti dell’isola.
Dopo oltre cinquant’anni si può osservare come l’artista riesca a raccontare le storie della vita di quegli anni in un ambiente rurale e i cambiamenti del territorio con occhio critico, come ad esempio la Costa Smeralda e la nascita del turismo internazionale che all’epoca era sempre più in espansione.
La mostra è decisamente piacevole, composta da delle bellissime fotografie rappresentanti i volti degli abitanti della Sardegna e dei paesaggi dell’isola, alternate a delle frasi scritte sui muri, messaggi tratti dai pensieri dell’autrice.
Una delle frasi che mi colpisce in modo particolare ad esempio è
“Quando mi chiedono “chi ti ha insegnato a fotografare?” rispondo: la vita”
Lisetta Carmi
In effetti è proprio così! Sono la vita e le esperienze che riescono a catturare gli attimi e ad immortalarli in una fotografia che rimarrà viva per sempre!
E voi? Cosa ne pensate? Fatemelo sapere qui sotto nei commenti, vi aspetto!
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